I Come From Outside of Myself

Ludovica Carbotta

20/03 — 22/03/2025

Workshop

Ludovica Carbotta, in collaborazione con la storica dell’arte Vittoria Martini e il fotografo e aiuto regista Jacopo Tomassini, propone il workshop dal titolo I Come From Outside of Myself, che esplora le diverse fasi di sviluppo per la realizzazione di un lavoro di scrittura filmica. Il workshop si configura come proposta educativa e al contempo come fase iniziale di produzione di un nuovo progetto artistico sulle tematiche dei confini, costruzione dell’identità e universalismo.

Il workshop si ispira alle tesi del libro Against Borders. The Case for Abolition di Gracie Mae Bradley e Luke De Noronha, un saggio-manifesto che sviluppa una critica approfondita dei regimi di confine contemporanei, individuando al contempo aperture critiche per futuri alternativi. Il libro sarà presentato il 20 marzo alle ore 18.30 in una lecture di Gracie Mae Bradley.  
L’obiettivo del workshop è sviluppare un soggetto, la prima bozza di un’idea narrativa a partire da uno scenario fittizio che coinvolge un luogo reale, i Giardini della Biennale, e un’ipotesi di una realtà geopolitica immaginaria, un mondo senza confini.

Il workshop si concentra sul mezzo filmico come campo di riferimento e ipotesi di formalizzazione e prevede modalità di lavoro quali la scrittura, l’ideazione di personaggi, l’indagine del contesto, le riprese dei sopralluoghi, il disegno e prove di recitazione volti alla realizzazione di un soggetto da utilizzare per un futuro lavoro. I Giardini, al momento in allestimento per la 19esima Biennale di Architettura, sono l’oggetto di indagine e lo scenario dove ambientare le narrazioni sviluppate durante i tre giorni di laboratorio. Che funzione può avere questo luogo in un mondo dove non esistono i confini? Che cosa rappresentano le architetture che vi sono al suo interno? 

I Come From Outside of Myself (2022-in corso) è anche il titolo dell’installazione di Carbotta attualmente in mostra presso Scuola Piccola Zattere. Il progetto ha preso avvio quando all’artista è stato chiesto di immaginare un padiglione ideale che rappresentasse l’Europa all’interno di manifestazioni internazionali. Carbotta avvia una riflessione sulla mutevolezza dei confini europei, porosi per la circolazione di merci e persone al loro interno e, invece, rigidi per chi ne è fuori. L’artista non propone la costruzione di un edificio permanente che contenga opere e persone, ma uno spazio potenziale, che possa essere “contenuto”: un’architettura mobile, capace di passare di mano in mano, di Paese in Paese. I padiglioni-modello diventano così amuleti e veicoli per aprire un campo di indagine su confini, diritti e libertà di movimento.  

PROGRAMMA

Il workshop prevede la partecipazione alle tre giornate di attività con i seguenti orari:  
20 marzo dalle 11.00 alle 18.00, con esplorazione perimetrale dei Giardini. A seguire lecture di Gracie Mae Bradley e screening del film di Ludovica Carbotta Monowe (2024)
21 marzo dalle 11.00 alle 19.00 
22 marzo dalle 11.00 alle 18.00 

COME PARTECIPARE

Il workshop è gratuito ed è progettato in una prospettiva multidisciplinare che si rivolge in particolare ad artistə, filmmaker, designer, architettə, teoricə, scrittorə e curatorə. Accogliamo tuttavia candidature da persone provenienti da qualsiasi ambito. 

Per candidarsi, è necessario compilare questo form entro il 17 marzo. 
Per maggiori informazioni: [email protected]

LUDOVICA CARBOTTA
Nata a Torino nel 1982, Ludovica Carbotta è un’artista visiva che vive e lavora a Barcellona. In bilico sul confine tra realtà e finzione, i suoi lavori combinano installazioni, sculture e video che riflettono sulla nozione di luogo, identità e partecipazione. Ha studiato Pittura presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e ha conseguito un Master in Fine Art presso la Goldsmiths University di Londra, dopo aver frequentato, grazie alla borsa di studio del Ariane de Rothschild Prize, la Central Saint Martins London tra il 2011 e il 2012. Ha esposto in mostre personali presso istituzioni quali Fondazione smART - Polo per l’arte, Roma; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; OGR – Officine Grandi Riparazioni, Torino; Bündner Kunstmuseum, Chur; MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna. Inoltre, nel 2019, Carbotta ha partecipato alla 58ª Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia. Le sue opere sono state incluse in collezioni private e museali come Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea Rivoli-Torino; MACRO - Museo d’Arte Contemporanea, Roma; MA*GA - Museo d’Arte Gallarate; Instituto Valenciano de Arte Moderno - IVAM; Galleria d’Arte Moderna di Torino; La Biennale di Venezia; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Fondazione CRC, Cuneo. Insegna Scultura presso BAU, Centro Universitario di Arte e Design di Barcellona. 

VITTORIA MARTINI
Vittoria Martini è storica dell’arte contemporanea (PhD) e ricercatrice indipendente.
La sua area di ricerca è la storia istituzionale, politica, territoriale e culturale della Biennale di Venezia che analizza come caso studio micro perché diventi metafora di una più ampia riflessione per immaginare un diverso uso sociale delle istituzioni di cultura. In questo contesto ha collaborato alla ricerca con Antoni Muntadas (On Translation: I Giardini, 2005), Alfredo Jaar (Venezia Venezia, 2013), Maria Eichhorn (Relocating a Structure, 2022) e pubblicato numerosi testi tra i quali Art is not an Innocent field. Reflections on the borders of the Venice Biennale (Routledge, 2025), The Responsability of a Cultural Institution. The Venice Biennale must meet its own history, (Neroeditions 2024), The Giardini: Status of the Property (Verlag der Buchhandlung Walther und Franz König, 2022). È autrice della monografia Thomas Hirschhorn: The Bijlmer Spinoza-Festival. The Ambassador’s diary (Hatje Cantz Verlag, 2022). 

JACOPO TOMASSINI
Jacopo Tomassini (Roma, 1979) studia Storia e critica del Cinema all'università di Roma La Sapienza, inizia a lavorare come aiuto regista in differenti produzioni cinematografiche. Nel 2010 si avvicina alle arti visive collaborando con diversi artisti, interessato a esplorare nuove aree di ricerca e sperimentazione. Dal 2012 inizia la sua ricerca artistica: attraverso l’utilizzo di diversi generi e tecniche espressive — dallo still life al collage, dalla performance all’istallazione, dall’assemblage al ritratto — indaga la natura, le ambiguità e le contraddizioni dell’immagine fotografica, giocando con la relazione che da sempre ha con i media della comunicazione e le altre arti visive. Tra il 2013 e il 2015 frequenta il Master di Fondazione Fotografia Modena. Del 2018 è la sua prima mostra personale, Braindraining, presso la galleria Ex Elettrofonica di Roma. Nello stesso anno viene selezionato per partecipare al Mentoring Programme Parallel Photo Platform finanziato dalla Comunità Europea; sempre nel 2018 partecipa alla fiera Artissima. Nel 2023 collabora come aiuto regista al film Monowe di Ludovica Carbotta, prodotto con il finanziamento dell’Italian Council. 

GRACIE MAE BRADLEY
Gracie Mae Bradley è una scrittrice, esperta di policy e attivista che si occupa di libertà civili, potere dello Stato, femminismo Nero e abolizione. Bradley è coautrice di Against Borders. The Case for Abolition (Verso, 2022) e ha scritto per pubblicazioni come The Guardian, OpenDemocracy e Vice. Ha oltre un decennio di esperienza nella creazione di strategie per il cambiamento sistemico in solidarietà con le persone che subiscono maggiormente le ingiustizie delle strutture di potere. Bradley ha conseguito una laurea in Filosofia e Francese presso il Trinity College dell'Università di Oxford e un master in Diritti umani presso la LSE. Dall'autunno 2024 è borsista James McCune Smith presso l'Università di Glasgow, dove sta conseguendo il dottorato in Belle Arti in Scrittura Creativa. Attualmente sta lavorando a un romanzo e conduce il podcast Locating Legacies per la Stuart Hall Foundation.