22/11/2024 — 30/03/2025
One Year Score
22/11/2024 — 30/03/2025
Programma
“Ho visto le partiture come un modo per descrivere tali processi in tutte le arti, per rendere visibile il processo e quindi per progettare con il processo attraverso le partiture. Vedevo le partiture anche come un modo per comunicare questi processi nel tempo e nello spazio ad altre persone in altri luoghi e in altri momenti, e come un veicolo per consentire a molte persone di entrare insieme nell'atto della creazione, permettendo la partecipazione, il feedback e la comunicazione”.
Lawrence Halprin, The RSVP Cycles, 1969
Il programma di formazione One Year Score si sviluppa da gennaio a marzo 2025 con una serie di workshop concepiti e guidati da Ludovica Carbotta, Tomaso De Luca e Agnieszka Mastalerz. Partendo dalle proprie pratiche, rese materia viva e presente dalle rispettive opere allestite negli spazi di Scuola Piccola Zattere, lə artistə adottano il formato pedagogico come spazio di ricerca, condivisione e attivazione del processo artistico. In dialogo con il tema generale di lavoro, ovvero la relazione aperta tra partitura ed esecuzione, i workshop esploreranno il campo in cui si confrontano le politiche spaziali e le pratiche performative, osservando l’architettura come costrutto sociale, come corpo vivo e collettivo.
A gennaio Tomaso De Luca propone un percorso che parte dallo studio delle pratiche di miniatura per sviluppare una riflessione su formati quali la mostra portatile e la lecture-performance, visti come modelli di una pratica anti-monumentale e anti-istituzionale, all’incrocio tra le dimensioni artistica, teorica ed educativa. Il workshop si pone in dialogo con l’installazione video A Week’s Notice (2020), una coreografia di architetture in miniatura che rievoca il trauma della sparizione di un’intera comunità, in quello che è stato definito da Sarah Schulman il fenomeno della gentrificazione dell’AIDS. L’opera è un’ode all’architettura queer e alla sua anti-normatività, un tentativo di risarcire storie, affetti e dimore.
I Come From Outside of Myself (2022-in corso) è la proposta di Ludovica Carbotta per un padiglione ideale che rappresenti l’Europa all’interno di manifestazioni internazionali. Il progetto origina da una riflessione sulla mutevolezza dei confini europei, porosi per la circolazione di merci e persone al loro interno e, invece, rigidi per chi ne è fuori. L’artista non propone la costruzione di un edificio permanente che contenga opere e persone, ma di uno spazio potenziale, che possa essere “contenuto”: un’architettura mobile, capace di passare di mano in mano, di Paese in Paese. I padiglioni-modello diventano così amuleti e veicoli per aprire un campo di indagine su confini, diritti e libertà di movimento. A febbraio Carbotta presenta la nuova sessione del programma di workshop che vede la partecipazione di espertə di diversi campi, convenutə con l’obiettivo di redigere un documento capace di attribuire valenza legale a tali oggetti.
La ricerca di Agnieszka Mastalerz si concentra sui meccanismi di controllo e sui processi che influenzano l’individuo. Tramite un linguaggio visivo poetico, utilizza fotografia e video per analizzare le condizioni restrittive stabilite all’interno delle relazioni interpersonali, dei gruppi sociali, degli istituti e delle istituzioni, e nei confronti dell’ambiente naturale. Nell’opera no mental scars, no nursed grudges (2022) Mastalerz esplora il rapporto tra corpo umano e corpo robotico, tra coreografia, istruzione ed interpretazione. Il movimento e la sua registrazione attraverso il linguaggio video, mediato dalle trasformazioni della tecnologia, è al centro della proposta di workshop che l’artista proporrà nel mese di marzo.
Le date e le modalità di partecipazione ai singoli workshop saranno pubblicate sul sito nelle prossime settimane.