Je Vous Aime è una lecture-performance che tratta di un corto, così corto, da durare appena un secondo. Nel 1891, quattro anni prima dei fratelli Lumière, Georges Demenÿ inventa un dispositivo che proietta per la prima volta un’immagine in movimento: un rapido primo piano in cui Demenÿ scandisce le parole Je Vous Aime (Io vi amo).

Partendo dalla Storia, sempre frutto di una minuziosa scelta tra ciò che può essere conservato e ciò che si perde, e dall’Archivio, dispositivo al servizio di un determinato sistema di potere, la performance porta alla luce l’anti-storia: «coloro di cui la Storia non tiene conto». Questa prima proiezione in movimento, infatti, nasceva con lo scopo di insegnare la lettura labiale alle persone Sorde, dopo che venne vietato loro l'uso della Lingua dei segni per legge.

L’impedimento storico di usare il corpo, di usare una lingua che risiede nel movimento, in quanto “in questa dimostrazione mimica, dov’è l’anima? Dove il pensiero? Dove l’origine? Dove il destino? Nulla di tutto questo: non c’è che il corpo; il corpo, vale a dire la minor parte dell’essere umano” (Atti del Congresso di Milano, 1880) è il cuore etico e cinestetico della performance.

Attraverso un approccio multimediale di storytelling, slide, videotestimonianze in Lingua Italiana dei Segni (LIS) e Visual Sign (VS, forma poetica delle lingue dei segni), l’azione scenica affronta i temi dell’audismo, fonocentrismo, linguicismo e riscrittura della «letteratura dei padroni».